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Some notes on Relativity and other arguments
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L'aspetto convenzionale dei fondamenti della Meccanica Classica
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La Meccanica Classica fu ritenuta per lungo tempo la scienza fisica più attinente alla realtà. I maggiori scienziati erano convinti che riproducesse in modo affidabile i fenomeni fisici; pensavano che fosse la scienza maggiormente legata all’esperienza per via del continuo controllo sperimentale che si compiva. I suoi fondamenti quali la massa, l'accelerazione e la forza erano ritenuti una facile astrazione dai dati sensibili e furono considerati come non problematici fino alla seconda meta' dell'Ottocento. Poincarè fu uno tra i più conosciuti scienziati di quel periodo che analizzò con determinazione e puntiglio i fondamenti della Meccanica e raggiunse una posizione del tutto originale che influenzò notevolmente la nascita della Relativita'. Egli ritenne infatti che i principi della scienza fisica presa come esempio non erano così attinenti all'esperienza come si credeva, quanto piuttosto avevano un certo grado di convenzionalita' che fino ad allora non era stato messo in evidenza. |
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Il rapporto fra Geometria ed esperienza in Poincaré
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Quale sia il rapporto fra geometria ed esperienza è un tema tipico della riflessione sia
filosofica che scientifica dell'intero Ottocento ed in special modo dopo l'avvento delle
geometrie non euclidee. I lavori di Lobacevskij, Riemann ed Eulero posero all'attenzione
degli scienziati un nuovo problema: per quale motivo si predilige la geometria euclidea
rispetto a quelle iperboliche ed ellittiche, sebbene queste ultime non presentino alcuna
contraddizione logica? Una delle risposte più originali è fornita da Poincarè con il suo
convenzionalismo: egli infatti asserì che qualunque geometria, sia essa euclidea che non,
risulta svilupparsi da un insieme di verità puramente convenzionali. La scelta fra le
varie possibilita' è del tutto indifferente: si preferisce quella euclidea in quanto più
conveniente e più facile da utilizzare (quella che deriva dalla nostra esperienza
quotidiana). |
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Alcune osservazioni sull'esperimento del secchio di Newton
[...]
La teoria della Relatività Generale nasce dopo una lunga gestazione durata almeno
dieci anni. In quel periodo Einstein pubblica alcuni articoli in cui da un lato
cerca di estendere i risultati raggiunti dalla Relatività Ristretta e dall'altra
si sofferma su una serie di riflessioni che nascono dalla lettura di alcuni passi
della 'Meccanica nel suo sviluppo storico critico' di E. Mach. In quest'opera Mach
critica in modo approfondito i concetti newtoniani di spazio e tempo assoluti e
riformula in modo del tutto originale il Principio di Inerzia. Fra i risultati
raggiunti dallo storico austriaco, uno in particolare attrae l'attenzione di
Einstein: il fatto che le proprietà inerziali di un corpo sembrano dipendere in
qualche maniera dalla presenza delle altre masse dell'universo. Concentrandosi su
questo punto Einstein estenderà sia il Principio di relatività esposto
nell'articolo del 1905, sia il Principio di Equivalenza - a cui giunse intorno al
1907 - fino a pervenire alla richiesta di Covarianza generale, che
rappresenta la richiesta essenziale per una corretta Teoria della Relatività
Generale. |
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I risultati di Einstein del 1907
[...]
In un articolo sull'elettrodinamica dei corpi in movimento, apparso negli 'Annalen der Physik'
durante il 1905, Einstein rivoluziona la vecchia Meccanica newtoniana e apre la strada a innovative
ricerche fisiche. Spinto da un forte desiderio estetico, egli riesce ad unificare la visione
meccanica con l'elettromagnetismo a patto di sostituire alcuni fondamenti della fisica
tradizionale. In questo modo, ad esempio, il concetto newtoniano di tempo assoluto viene abbandonato
per far posto ad un tempo vincolato al sistema di riferimento, oppure la velocità della luce diviene
una velocità limite che nessun segnale può oltrepassare. La nuova teoria - la Relatività Ristretta -
rivoluziona la nostra visione del mondo e prende in esame tutta una serie di fenomeni, quali quelli
trattati dall'idrodinamica, dall'elettromagnetismo...- ma tralascia l'interazione a
noi più comune: la gravità. Einstein impiega una decina di anni per includere il campo
gravitazionale nella Relatività - giungendo al fine alla Relatività Generale - ma i primi passi li
compie qualche anno dopo la Ristretta, nel 1907. |
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Considerazioni su una nota di Einstein del 1912
[...]
In una nota ad alcuni articoli sulla determinazione dell'incurvamento dei raggi luminosi ad opera di un campo gravitazionale statico, Einstein propone alcune considerazioni sull'origine dell'inerzia che da un lato sono riconducibili alla penetrante analisi machiana sull'argomento (vedi alcune pagine della "Meccanica nel suo sviluppo storico critico") e dall'altra sono la base di quello che nel 1918 lo stesso Einstein definirà come Principio di Mach. Ma quali sono le radici di questo articolo? Quali i punti salienti del pensiero einsteniano? |
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Le riflessioni di Einstein sulla Teoria di Nordstrom
[...]
L’analisi storica della nascita di una teoria scientifica mostra come essa sia il risultato della
competizione fra modelli alternativi e che la scelta ed il supporto di un modello – sebbene
in ultima analisi determinata dall’adeguatezza empirica – sovente è compiuta in base a
“gusti” e convinzioni del singolo scienziato che poco hanno a che fare con la rigida
razionalità della Scienza.
Un esempio evidente è dato dal sorgere ed affermarsi della Teoria della Relatività
Generale che risulta il modello vincente fra i numerosi che tentarono di incorporare il
fenomeno gravitazionale a partire dalla Relatività Ristretta del 1905.
Fra i modelli in competizione intorno al 1912 ricordiamo la Teoria proposta da Abraham,
quella sviluppata da Mie, il modello supportato da Nordström ed infine il contributo
decisivo di Einstein. Quest’ultimo fu sempre molto attento alle proposte degli altri
scienziati e spesso si scontrò duramente con essi proponendo argomentazioni decisive a
sostegno della propria tesi. Ricordiamo fra i numerosi esempi il dibattito fra Einstein e
Abraham sulla prima formulazione della Relatività Generale, oppure le valutazioni sulla
teoria di Mie che egli propose durante la conferenza di Vienna del 1913, od infine le
ripetute osservazioni, sia pubbliche sia private, che Einstein rivolse alla Teoria di
Nordström. Le argomentazioni furono nel loro complesso efficaci e l’unica teoria che
riuscì a superare l’attenta analisi einsteniana, ma non la prova dell’esperienza, fu proprio
quest’ultima. Intorno al 1913/14 la comunità scientifica disponeva dunque di due Teorie
perfettamente consistenti che trattavano il problema della gravitazione sulla base di un
modello relativistico. Limitando la nostra analisi al solo Einstein, possiamo ricondurre la
scelta einsteniana a discapito della teoria di Nordström ad un tema tipico (un’euristica
positiva) della sua attività scientifica: il principio - desunto da Mach - che inerzia e gravità
abbiano in ultima analisi la medesima natura.Trascurando la trattazione dettagliata ed esaustiva della scelta einsteniana ci limitiamo nel
seguito ad indicare alcune motivazioni che guidarono lo scienziato tedesco nel rifiuto di
una teoria gravitazionale Lorentz-Covariante.
Un modello adeguato per rendere conto di queste motivazioni è la nota proposta di
Holton di prendere in esame i Themata a fondamento dell’attività scientifica di un
ricercatore. Una via differente ci porta ad affrontare queste tematiche con la teoria dei
modelli mentali - sviluppati da Johnson-Laird – oppure, in alcuni casi particolari,
direttamente con gli script di Minsky (vedi ad esempio il contributo di Renn). Il nostro obiettivo si allontana da queste proposte e si riduce a trattare le problematiche messe in
evidenza con le moderne tecniche argomentative dell’Intelligenza Artificiale.
In questa breve comunicazione cercheremo dunque di formalizzare le argomentazioni
scientifiche in modo tale che possano essere affrontate da un punto di vista informatico,
applicheremo in seguito il modello sviluppato ad una “riflessione” decisiva che Einstein
compie intorno al 1907 e mostreremo infine la debolezza di una possibile teoria
gravitazionale Lorentz-Covariante. |
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Miller-Einstein’s First Steps Toward General Relativity: Gedanken Experiments and Axiomatics
[...]
Nel 1907 Einstein fu invitato da J. Stark a scrivere per la rivista Jarbuch der Radioaktivitat und Elektronik un
articolo di rassegna sulla teoria della Relatività Ristretta del 1905. Einstein, come ebbe a fare anche in
seguito, accettò di buon grado l’invito e utilizzò questa occasione non solo per sistematizzare il lavoro
compiuto negli anni precedenti ma anche per compiere i primi passi (se non il fondamentale) per
giungere ad una teoria generale della Relatività. Le pagine più significative dell’articolo sono concentrate
nel Capitolo V dove egli affronta per la prima volta il tentativo di includere la gravitazione nella teoria
della relatività. A tal fine è necessario partire da un fatto empirico che fino al 1907 rimane del tutto
ingiustificato; l’inspiegabile uguaglianza fra massa inerziale e massa gravitazionale che Einstein veicola
in un famoso esperimento mentale. Fra settembre e dicembre del 1907 egli nota come un osservatore in
caduta libera non riscontra la presenza di un campo gravitazionale nelle sue vicinanze; se infatti lascia
cadere un oggetto, ad esempio dalla sua mano, osserva come esso rimanga in quiete rispetto al suo corpo.
In questa maniera il soggetto in caduta libera ha la possibilità di considerarsi un sistema di riferimento
inerziale. L’esperimento mentale brevemente descritto è alla base di ciò che sarà il fondamento della
Relatività Generale: il Principio di Equivalenza. Esso afferma infatti che un sistema inerziale immerso in
un campo gravitazionale uniforme è del tutto equivalente ad un sistema accelerato nella direzione
opposta a quella del campo. In questo modo si raggiunge un duplice obiettivo: in primo luogo si estende
il Principio di Relatività - che fino al 1907 riguarda solo i sistemi inerziali – ai Sistemi uniformemente
accelerati, ed in secondo luogo si include nello studio dei sistemi accelerati la ricerca delle leggi fisiche
che descrivono la gravitazione.
Come Einstein giunge al Principio di Equivalenza è un tema tipico affrontato dagli storici della scienza.
Essendo considerato come una illuminazione dallo stesso Einstein – vedi la famosa conferenza di Kyoto in
cui egli afferma che il Principio di Equivalenza nasce dalla riflessione sull’esperimento mentale sopra
descritto – la sua trattazione presenta serie difficoltà in quanto è difficile descrivere i processi mentali che
conducono un soggetto alla soluzione di un problema. In questi ultimi anni però vengono in soccorso allo
storico i mezzi e gli strumenti sviluppati dalla scienza cognitiva che in qualche modo gettano una nuova
luce su questi fatti. Qui di seguito presenteremo un modello mentale sviluppato da Miller che cerca di
fare chiarezza sull’intera materia. |
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Renn - Before The Riemann Tensor
[...]
Nell’affrontare lo studio della Relatività Generale (1907-15) sorge spesso la domanda di come sia
possibile descrivere in modo affidabile la sua nascita, di come Einstein sia riuscito a formulare una
teoria totalmente nuova e ad esplorare zone dell’esperienza fisica ancora sconosciute. Infatti sia gli
strumenti matematici applicati allo studio gravitazionale – vedi ad esempio l’utilizzo dello spaziotempo
curvo – sia l’esperienza fisica (cfr. ad esempio l’incurvamento dei raggi luminosi) erano
all’epoca o totalmente sconosciuti o abbozzati nel loro sviluppo.
Lo strumento classico per compiere questa descrizione è il modello della logica formale: si ipotizza
infatti che il processo seguito dallo scienziato per giungere ad una scoperta sia un percorso rigido e
lineare (seppure faticoso), formato da una griglia di concetti fra di loro interconnessi che conducono
a conseguenze logiche inevitabili. Questo modello nasce dalla ricostruzione storica che ha la
tendenza a riassumere il faticoso procedere della ricerca scientifica (con tentativi e fallimenti) in
strutture rigide e consequenziali. La principale debolezza del modello risiede nel fatto che la pratica
scientifica, ed il percorso seguito da Einstein per giungere alla Relatività Generale lo dimostra, è un
continuo riformulare i concetti, le strutture matematiche e le conseguenze empiriche. Queste
continue modifiche rendono inutilizzabile una struttura rigida come quella Logica, in quanto ogni
modifica della struttura implicherebbe il crollo della stessa ed una sua conseguente riformulazione
assai dispendiosa.
La rigidità del modello logico viene superata con alcuni strumenti più flessibili della Scienza
Cognitiva. Nelle pagine seguenti utilizzeremo in special modo il Modello Mentale: esso è concepito
come una struttura di conoscenza composta da ‘slots’ che possono assumere sia un’informazione
empirica già acquisita sia ‘Assunzioni di default’ che derivano da esperienza precedenti. I ‘defaults’
possono essere sostituiti da nuove informazioni (o dalle stesse assunzioni riconsiderate) in modo
tale che la struttura del modello rimanga intatta. Applicando il concetto di Modello Mentale alla
Storia della Fisica si assume che gli ‘slots’ (le informazioni contenute nel modello) siano dei
‘frames’ (vedi Minsky) concepiti qui come agglomerati di conoscenza ancorati al sapere condiviso
della Comunità Scientifica. |
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Stachel - Fresnel Coefficient as a challenge of 19 century Optics of Moving bodies
[...]
Comunemente si pensa che nel corso del 19th secolo l’ottica geometrica dei corpi in
movimento fosse un settore di ricerca consolidato. Si pensava infatti che la formula di
Fresnel ed i lavori sia empirici sia teorici compiuti in seguito da Fizeau (1851) e Veltmann
(1873) esaurissero, almeno ad un livello di accuratezza al primo ordine nella velocità della
luce, le problematiche relative a tale campo di ricerca.
Se si osserva la situazione con uno sguardo più attento, si giunge ad una valutazione
diametralmente opposta. L’ottica geometrica dei corpi in movimento risulta essere infatti
il primo segnale di crisi della Meccanica Newtoniana, in quanto la formula di Fresnel –
benché avesse un successo empirico consolidato – non era giustificata da un punto di vista
teorico. In sostanza le varie teorie che vennero sviluppate a partire dalla seconda metà del
19th secolo per giustificare tale formula, e che si fondavano sui principi della Teoria
newtoniana ed in special modo su quello di etere, non erano completamente soddisfacenti.
Inoltre questa linea di ricerca aprì la via ad alcune innovazioni concettuali che solo
Einstein in seguito riuscì a razionalizzare in una teoria completa. Mi riferisco ad esempio
al fatto che verso la fine dell’800 alcuni fisici – Veltmann (1870) e Mascart (1874) –
iniziarono ad inquadrare l’ottica dei corpi in movimento come una problematica legata al
moto relativo.
Nello stesso periodo Potier (1874) enfatizzò il legame fra la formula di Fresnel e gli
intervalli che intercorrono nella trasmissione della luce e questo indusse Poincare (di cui
Potier era il maestro) all’introduzione del concetto di tempo locale, che come sappiamo
nella Relatività Ristretta porta alla riformulazione del concetto di simultaneità. |
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Il Principio di Mach: le prime considerazioni di Einstein
[...]
Einstein introduce il Principio di Mach nell’articolo “Prinzipielles zur allgemeinen Relativitatstheorie” del 1918 . In esso esprime le correnti idee sulla gravità e conclude una
lunga riflessione sull’origine dell’inerzia che ha occupato gli anni più fecondi della sua attività
scientifica.
Questa riflessione affonda le radici nella lettura della Meccanica nel suo sviluppo Storico-
Critico di Ernst Mach ed in particolare in alcuni passi ‘controversi’ presenti nella disamina
sull’esperimento del secchio di Newton, dove il filosofo austriaco sembra proporre l’esistenza
di un legame causale fra le caratteristiche inerziali della materia e le altre masse stellari.
Tale interpretazione ebbe un notevole successo nella comunità scientifica tedesca e numerosi
fisici, fra i quali i fratelli Friedlaender, Foppl, Hoffman e lo stesso Einstein,
svilupparono le idee machiane sia da un punto di vista teorico che sperimentale. Rimane da
chiedersi se questa interpretazione sia quella corretta, se in definitiva Mach abbia proposto un
legame fra l’inerzia e le altre masse stellari e in caso affermativo per quale motivo non abbia
approfondito la ricerca. Nelle pagine seguenti cercheremo di rispondere a queste domande
e riproporremo alcune conclusioni di un precedente articolo, arricchendole con una
migliore interpretazione dei passi più equivoci.
Questi ultimi infatti assumono il loro corretto significato non solo alla luce della filosofia
machiana – come avevamo mostrato nel suddetto articolo – ma anche tenendo a mente la
tecnica della ‘variazione’ (o esperimento mentale) che Mach utilizza per portare alle estreme
conseguenze le relazioni concettuali individuate. Discutendo ad esempio il rapporto fra moto
relativo e moto assoluto, egli introduce alcune considerazioni equivoche che vanno esaminate
nel particolare contesto in cui sono proposte e che non presentano alcuna valenza generale.
Giungeremo infine alla duplice conclusione che Mach non propose alcun legame causale fra
l’inerzia e le altre masse stellari ma che tale ipotesi è facilmente deducibile dai suoi ragionamenti
e dalle sue convinzioni filosofiche.
E‘ questo infatti l’esito della riflessione einsteniana sull’opera di Mach: egli riconosce nei
passi della Meccanica la ‘congettura’ del tutto generale di un legame fra l’inerzia di un corpo
e la presenza delle altre masse stellari e ricerca un Principio Teorico che formalizzi questa
ipotesi. Ci vollero diversi anni per giungere ad una formulazione completa del Principio di
Mach, ma le prime considerazioni sulle idee machiane sono presenti già in una nota del 1912 a seguito della preliminare teoria scalare della gravitazione (in essa cita il filosofo austriaco
come fonte di ispirazione per la sua modellizzazione). Il breve saggio è di notevole interesse
in quanto rappresenta il primo passo compiuto da Einstein per assiomatizzare le conclusioni
di Mach sull’origine dell’inerzia.
L’obiettivo dunque di questo articolo è quello di proporre con maggior chiarezza la corretta
interpretazione dei passi machiani più equivoci ed in secondo luogo mostrare come Einstein
riconosca nelle considerazioni di Mach un principio cardine della nuova Teoria della Relatività
Generale e quale sia il primo tentativo di modellizzare il rapporto fra inerzia e gravità. |
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Il contributo di Mach sull'origine dell'Inerzia
[...]
A metà Ottocento il quadro compatto
della fisica che si era venuto formando
nel corso del XVII secolo entrò in crisi
sia per il presentarsi di nuove scoperte
nelle scienze naturali sia per il rinnovato
interesse degli scienziati sui fondamenti
della loro disciplina. Un contributo
di importanza decisiva al realizzarsi
di questo processo fu fornito da Ernst
Mach che mostrò i pregi ed i difetti
concettuali della Meccanica Classica tramite una sapiente analisi storica. Alla
base dell’opera machiana infatti, accanto
ad una posizione filosofica che si riallaccia all’empirismo tradizionale, vi è la consapevolezza che solo lo studio storico dei principi fisici ne chiarisce l’origine, il significato e la correttezza. I concetti di spazio e tempo, ad esempio, furono sostituiti con una formulazione più attinente all’esperienza dopo aver mostrato le debolezze e incongruenze logiche delle definizioni newtoniane.
L’opera di Mach generò un proficuo
dibattito fra i fisici di area tedesca e alcuni di essi tentarono di sviluppare, approfondire e trasformare in forma matematica le sue molteplici critiche ed idee. Fra questi spicca la figura di Einstein che trasse numerosi spunti dalla lettura della Meccanica nel suo sviluppo storicocritico, come risulta sia nell’articolo sulla Relatività Ristretta del 1905, sia nel percorso faticoso che lo porterà alla formulazione della Relatività Generale. |
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Williamson - A dynamic interaction between Machine Learning and the Philosophy of Science
[...] |
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Thagard - Computational Philosophy of Science - Computation and the Philosophy of Science
[...] |
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Thagard - Computational Philosophy of Science - Structure of Scientific Knowledge
[...] |
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Automatic Ontology-Based Knowledge Extraction from Web Documents
[...]
Al fine di ottenere un effettivo WEB semantico bisogna essere in grado
di costruire
servizi che consentano l'estrazione di conoscenza dai documenti presenti in
rete.
Una via che di solito si segue è quella dell'annotazione 'manuale'
attraverso
metadata; essa però risulta di difficile utilità sia per i costi, sia
per i tempi impiegati.
Conviene dunque sviluppare sistemi informatici che attuino l'estrazione
automatica di una conoscenza e ciò può essere fatto se essi vengono
guidati da
una ontologia che specifica quali informazioni ricercare.
Un esempio interessante su questi servizi informatici è il progetto
Artequakt
sviluppato dall'Università di Southampton e presentato nel numero di
Gennaio-
Febbraio 2003 della rivista Intelligent Systems (IEEE). |
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L'evoluzione dei concetti scientifici: una breve introduzione
[...]
Uno degli aspetti della Filosofia della scienza che ha suscitato un proficuo dibattito all'interno della comunità Filosofica è il tentativo di fornire una spiegazione efficace di come si verifichi l'evoluzione concettuale nella scienza: non è facile infatti fornire una corretta giustificazione di come i concetti modifichino il loro significato con l'evolversi e trasformarsi delle discipline scientifiche. La problematica - che appartiene ad un ambito di ricerca piuttosto ampio e che non riusciremo a presentare nella sua interezza - è dunque legata alla semantica dei concetti ed all'evoluzione delle teorie scientifiche che ne fanno uso. In questo
documento ci limitiamo a presentare alcuni aspetti basilari del problema, sottolineando come l'approccio oramai classico alla Filosofia della Scienza che si è sviluppato a partire dal Circolo di Vienna non sia riuscito a fornire una risposta soddisfacente all'argomento in questione. D'altro canto cercheremo di fornire un abbozzo di soluzione basato sugli strumenti messi a disposizione dalla Psicologia
Cognitiva e sviluppati negli ultimi anni del Novecento da Nersessian. Questo
approccio ci sembra estremamente utile al fine di osservare come problematiche
che sono proprie della Storia/Filosofia della Scienza possano trovare soluzione
con strumenti di altre discipline. |
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Incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein - Capitolo 1
[...]
Mi è stato richiesto di visionare la tesi di laura - oramai vecchia di 10 anni - sull'incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein. Sperando di fare cosa gradita, ho deciso di scannerizzarla e riproporla nei suoi 4 capitoli.
La tesi può essere interessante per chi si avvicina alla relatività generale e per chi studia il problema del raccordo fra metriche differenti.
Qui di seguito il capitolo 1 |
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Incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein - Capitolo 2
[...]
Mi è stato richiesto di visionare la tesi di laura - oramai vecchia di 10 anni - sull'incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein. Sperando di fare cosa gradita, ho deciso di scannerizzarla e riproporla nei suoi 4 capitoli.
La tesi può essere interessante per chi si avvicina alla relatività generale e per chi studia il problema del raccordo fra metriche differenti.
Qui di seguito il capitolo 2 |
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Incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein - Capitolo 3
[...]
Mi è stato richiesto di visionare la tesi di laura - oramai vecchia di 10 anni - sull'incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein. Sperando di fare cosa gradita, ho deciso di scannerizzarla e riproporla nei suoi 4 capitoli.
La tesi può essere interessante per chi si avvicina alla relatività generale e per chi studia il problema del raccordo fra metriche differenti.
Qui di seguito il capitolo 3 |
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Incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein - Capitolo 4
[...]
Mi è stato richiesto di visionare la tesi di laura - oramai vecchia di 10 anni - sull'incollamento di soluzioni esatte delle equazioni di Einstein. Sperando di fare cosa gradita, ho deciso di scannerizzarla e riproporla nei suoi 4 capitoli.
La tesi può essere interessante per chi si avvicina alla relatività generale e per chi studia il problema del raccordo fra metriche differenti.
Qui di seguito il capitolo 4 |
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La relatività della localizzazione degli eventi in gravità quantistica
[...] |
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Uso della tecnica di Best Maching in IR
[...]
Nella presente nota si vuole utilizzare la tecnica del Best Matching - introdotta
in Fisica dal lavoro di Barbour e Bertotti ed ora utilizzata nella Shape Dynamic Theory - per confrontare due simplessi differenti in uno spazio n-dimensionale. |
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Il concetto di relatività in Mach
[...]
Nel presente articolo analizzeremo il concetto di relatività nell'opera machiana utilizzando i dynamic frames messi a disposizione dalla Scienza Cognitiva ed utilizzati oramai con successo in Filosofia della Scienza. Metteremo in risalto come il concetto di relativo si possa distinguere in tre tipologie e affronteremo con questi nuovi strumenti l'interpretazione machiana dell'esperimento del secchio di Newton. |
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Einstein's Wonder
[...] |
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Time in Stoic's Physics
[...] |
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The model of thin shell in General Relativity
[...] |
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Il mito della Caverna nel “Socrate” di H. Arendt |
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Ernst Mach - His Life as a Theacher and Thinker |
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Matthews - Perplexity in Plato, Aristotle and Tarski |
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Arendt - Vita della mente - Che cosa ci fa pensare - Platone |
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Arendt - Vita della mente - Che cosa ci fa pensare - Socrate |
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Knowledge and the public world: Arendt on science, thruth and politics |
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Il concetto di Tempo in Platone |
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Einstein e la Meraviglia negli anni della formazione |
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Meraviglia, Perplessita, Aporia in Socrate e Platone |
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Candiotto - Aporetic State and Extended Emotions: the Shameful Recognition of Contradictions in the Socratic Elenchus |
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Earnshaw - Disorientation and Cognitive Enquiry |
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Differenze fra Curiosity e Wonder; distinzione fra Active/Passive Wonder |
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Theoria e Thaumazein nella filosofia greca |
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Candiotto - Epistemic Wonder: the case of Wonder |
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Morton - Epistemic Emotion |
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Nussbaum - Wonder |
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Awe - rappresentazione attraverso frame |
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Sistemi di riferimento inerziali - analisi attraverso i frames |
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Kornmesser - Frames and concepts in the philosophy of science |
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Informarmazione di una particella che si muove di moto rettilineo uniforme |
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Le lettere di Einstein a Solovine |
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Skala - Quantum Mechanics and Mathematical Statistics |
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Volovich - Formulazione funzionale della Meccanica Classica |
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La legge di Galileo e la Relatività Ristretta |
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Abiko - Einstein s Kyoto Address: "How I created the Theory of Relativity" |
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Einstein - Notes on the origin of the General Theory of Relativity |
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Il percorso di Einstein per giungere al Principio di Equivalenza - le Fonti |
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Intervista di Einstein al New York Time - 1919 |
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Vogl - Surprise - Curiosity - Confusion promote Knowledge exploration |
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Teorie delle emozioni basate sulle valutazioni (appraisals) |
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I paradossi sul tempo nella Fisica di Aristotele |
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Il flusso del Tempo negli Stoici |
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La teoria della conoscenza negli Stoici |
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Le Categorie Stoiche |
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Le entità incorporee nella Filosofia Stoica |
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La Fisica Stoica: Pneuma e Continuo |
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La Fisica Stoica: la divisione infinita del Continuo |
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Einstein Chases a Light Beam - le fonti |
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Il problema della creazione dei concetti scientifici |
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Il metodo storico-cognitivo di Nersessian |
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Le ipotesi sulla creazione dei concetti scientifici |
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Che cosa è la conoscenza matematica |
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Il modello EMOCON per le emozioni |
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Einstein in Aarau |
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Einstein On Einstein - la ricerca di una comprensione concettuale delle cose |
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Einstein - Autobiographical Sketch |
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La religione della cultura in età ellenistica |
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Modelli Rappresentativi |
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Assiomatizzazione della meccanica e il modello dell oscillatore armonico lineare |
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Le Condizioni di Giunzione della metrica in Relativita Generale |
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Informatica umanistica e utilizzo dei modelli computazionali |
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Informazione in un Dynamic Frame - senza vincoli |
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Informazione in un Dynamic Frame - con vincoli |
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Informazione in un Dynamic Frame - anomalia |
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Informazione semantica in un Dynamic Frame - senza vincoli |
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Considerazioni sul Linguaggio di una probabilita logica da assegnare ad un attributo di un Dynamic Frame |
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Interpretazione logica della probabilita in Carnap |
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Esempio di informazione semantica - I |
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Esempio di informazione semantica - III |
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Esempio di informazione semantica - II |
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Informazione semantica in un Attributo di un Dynamic Frame |
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Informazione semantica e vincoli fra Attributi di un Dynamic Frame |
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Informazione semantica nella tassonomia di Sundevall |
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Contenuto semantico tradotto in informazione semantica proposizionale |
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Polarizzazione di una proposizione |
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Normalizzazione di una proposizione |
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Interpretazione sintattica dell entropia di Shannon |
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Brevi considerazioni sulle strutturi concettuali in Kuhn |
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Calcolo della misura di probabilita nella tassonomia di Sundevall |
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Frame, Informazione e Tipicita nelle categorie semantiche |
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Grice: significato naturale e non naturale |
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Informazione Semantica |
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Informazione senza utilizzare la probabilita |
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Verlinde e la gravita entropica |
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Informazione e gravita entropica |
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Derivazione della accelerazione di gravita seguendo il metodo di Padmanabhan |
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Forza Entropica e Energia Libera di Helmholtz |
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Forza Entropica in un polimero |
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Alcuni argomenti contro la interpretazione entropica della forza gravitazionale |
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La ipotesi di Helmholtz sulla origine della energia solare |
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La gomma nel XIX secolo |
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La gomma e la teoria colloidale di inizio XX secolo |